L’anoressia è una malattia psichica caratterizzata dall’intensa paura di prendere peso, da un’autostima strettamente dipendente dal peso e, di conseguenza, un regime alimentare via via sempre più ferreo. Essa colpisce in prevalenza le femmine, mentre la percentuale maschile è fra il 5 e il 10% rispetto il totale. Si tratta di una malattia subdola che ha radici genetiche evidenti ancora poco spiegate, tant’è che chi ha familiari di 1° grado con questa malattia ha una probabilità 11 volte superiore di diventare anoressico. https://it.wikipedia.org/wiki/Anoressia
Inoltre nella mia pratica ambulatoriale da psicologa, ho osservato diversi casi con la compresenza del disturbo depressivo o ossessivo compulsivo o di disturbi alimentari, in uno dei genitori o persino negli zii o nei nonni.
Come sappiamo il sintomo più evidente, che porta la famiglia a sviluppare un allarme, è il calo ponderale drastico causato da una dieta ipocalorica protratta nel tempo.
Quali sono i sintomi dell’anoressia nervosa?
Oltre al calo ponderale anche il corpo emette dei segnali di allarme che alla lunga divengono preoccupanti, ma questi a volte sono più visibili agli occhi dei curanti, poiché la famiglia può fare più fatica a collegarli alla denutrizione.
Questi sono:
- l’amenorrea (che nell’ultima versione del DSM ha perso il suo valore diagnostico in quanto non sempre si riscontra);
- l’osteopenia (riduzione del calcio nelle ossa) e l’osteoporosi, entrambi derivati dal prolungamento dell’amenorrea;
- squilibri elettrofisici, dovuti alla prevalenza di alcuni nutrienti rispetto ad altri, anche nei casi in cui oltre ad il cibo si rinuncia, oppure se ne usufruisce in quantità esagerata;
- scarsa motilità intestinale, e quindi stitichezza e possibilità di fecalomi;
- sbilanciamento ormonale con perdita dei caratteri sessuali secondari, crescita di peluria in tutto il corpo e diradamento dei capelli;
- interruzione dello sviluppo sessuale anche irreversibile (ad esempio nel caso meno frequente di anoressia infantile, l’aspetto assunto in età adulta resta invariato, altezza compresa);
- debolezza cardiaca con possibilità di infarto anche in giovane età.